Relazione delle ‘forze’ della Toscana al tempo del granduca Cosimo II (3)

La prima e seconda parte della Relazione di Toscana al tempo di Cosimo II è stata oggetto già di due articoli che trattavano 1) delle entrate di famiglia dovute alle rendite dei beni, dalle tasse e da altri cespiti 2) delle uscite imputabili ai presidi di terra e di mare, alla casa granducale, al mantenimento degli animali, dei provvisionati e degli ambasciatori, nonché al noto mecenatismo mediceo.
Invece la terza e ultima parte, trascritta nell’articolo presente, interessa i delicati rapporti tra i poteri. Infatti prosegue con:

“Avendo parlato della spesa et dell’entrata resta a ragionare delle forze e del consiglio del suo stato”.

Gli argomenti nel particolare sono (divisione nostra):

a) Soldati e alleati
L’esercito di terra e di mare
“Le forze principali sono principalmente [sic] perché sendo questo stato da più bande [=parti] circondato dalle montagne dell’Apennino, parendo che la natura si sia compiaciuta di farli questo propugnaculo et di più munito lo stato di fortezze inespugnabili et che si giudica | che un grosso esercito non vi potrebbe vivere per la sterilità del paese et un piccolo non basteria ad espugnare le dette forze, ne meno lo stato.
Le fanterie o militie ascendono al numero di quarantamila et qual che cosa poi se ne facesse di bisogno.
Per la cavalleria mille e cinquecento vi sono per l’ordinario provisionati et duemila ce ne sarebbe in caso di necessità et questo è quanto alle forze di terra.
Per le dette forze può il granduca havere qualche aiuto da’ raccomandati baroni e feudatari dell’uno e dell’altro stato, ma possono essere deboli perché detti vassalli posseggono poco stato.
In mare il granduca ha sempre otto galere e ne havrebbe fino in dodici in un bisogno, non gli manca di ciurme né altre genti da comando.
Delle forze straniere ne riscieverà con molta facilità da’ confinanti suoi, cioè da’ corsi et da’ romagnoli huomini poveri ma valorosi.
In Bologna in Perugia et in Città di Castello appartenente al pontefice et confinanti con questo stato ha sua altezza tutti questi gentil huomini principali obligati et afetionati. Di lontan paese potrà havere aiuto il gran duca di Francia et dagli svizzeri per via del Rodano et di Marsilia per sbarcarlo al porto di Livorno scala di questo stato.
| Trovasi quantità di munitioni di artiglierie e tanta quantità d’arme che armeria in un bisogno ottantamila in novantamila persone”.

b) Un governo personale ed in parte erede della repubblica
Ricchezza, consigli e governo
“Le forze principali di questo principe e il ricco tesoro che possiede dicono ascendere a dieci millioni d’oro oltre alle ricchezze de’ guardaroba quali si possono dire essere inestimabili.
Per il consiglio di sua altezza egli è ristretto in poche persone et però le cose sono segrete, madama sua madre e principali segretarii nelle cose dubbie, la pratica segreta che sono circa dodici gentil huomini dello stato sua parte dottori et parte cavalieri, quali sono stati fuori ambasciatori.
Per il fatto della guerra conferisce con il segretario Usimbardi [Lorenzo, † 1636] et con i più vecchi capitani intrattenuti da lui.
Per il governo della casa alcuni domestici servitori di casa anno cura del tutto.
Il governo dello stato di Firenze e Siena si può dire che sia il medesimo che gl’era al tempo della repubblica e sua altezza poco si intromette nelle cose della giustizia non volendo dar disgusto a’ sua sudditi come altrimenti sarebbe.
Per le cause criminali ogni volta che sono di qualche momento son riferite da’ cancellieri e segretarii a sua altezza”.

c) I regnanti amici, i nemici, l’“intelligenza” e la “libertà d’Italia”
Le potenze confinanti
“Al presente resta da parlare de’ confinanti con | questo stato et con quale intelligenza vive questo principe conesso loro.
Confina da due bande con il re di Spagna, cioè dalla parte del mare Tirreno con le fortezze di Port’Ercole totalmente Orbatello e Piombino, e dalla banda di Lombardia con lo stato di Pontremoli, pare che con questo si viva con qualche sospetto tanto per la grandezza che per ambitione di quella natione come ancora per essere quelli invidiosi della felicità di questo principe e perché manco vorrebbero che egli tenesse amicitia et servitù con la corona di Francia, ma che solo si contentasse vivere sotto la protetione di Spagna come facevano i suoi predecessori.
Confina con la Chiesa da più bande di Romagna, di Bologna, di Perugia, di Città di Castello et da altri luoghi, da questa parte niente si teme sendo il pontefice di buona mente et havendo il granduca molti cardinali amici e parenti.
La signoria di Genova confina per mare et per terra con questo stato, et perché sua altezza ha qualche pretensione sopra l’isola di Corsica che già fu dei Pisani et per alcuni disgusti che sono alle volte nati, pare che vi sia poca intelligenza, ma non son atti per loro medesimi a muovere guerra a quello stato.
Confina questo principe da tre bande con la repubblica di Lucca, la quale vive con qualche timore della | potenza sua, tanto maggiormente che egli pretende sopra la città di Lucca già posseduta dalla repubblica di Pisa et però non vi può essere buona intelligenza ma per loro stessi non posson nuocere.
Confina col duca di Modana dalla banda della Carfagnana et tra loro pare che sia ogni buona intelligenza et è parente del gran duca et ne’ sua bisogna ricorre a lui per aiuto. Col duca di Parma confina da due bande dalla parte di Siena col ducato di Castro et dalla parte di Lombardia con alcuni castelli che sono dello stato di Piacenza, tra loro non si sa che ci sia mala satisfatione e differenza alcune.
Il duca d’Urbino confina dalla banda del Borgo a Sansepolcro. Nascano alcune volte alcune differenze tra questi principi per cagione di confini, ma sono state quietate subito per essere quel principe di manco falze ma ora che è cognato del gran duca passa ogni buona intelligenza.
I signori di Santa Fiore confinano dalla banda del Ponte a Centino et con lo stato sforzesco ha sposato questo duca una cugina del gran duca et fa professione viverli servitore con tutta la sua casa.
Confina col principe di Massa et altri marchesi di casa Malespini, tutti questi si dicono parenti | o servitori di sua altezza et vivono con provisione sotto la sua protetione la maggior parte.
Confina con alcuni castelli posti nelle Maremme di Siena vicini al fiume Fiore che sono di poco momento.
Più baroni et vassalli raccomandati all’imperio pur confinano con sua altezza.
I marchesi del Monte, i conti di Pitigliano e d’Elci, di Orbach, di Chitignano, i signori di Montauto di Vernio, di Castel del Rio et della Trappola et debbon tutti questi far servitii et dare aiuti come comportano le loro confederationi con questo stato.
Quanto a’ principi lontani il gran duca osserva grandemente l’imperatore suo cognato (et ne’ sua bisogni gl’ha dato aiuto) e tutti gl’austriaci, quali per le commodità che ne ricevevano, hanno occasione volerli molto bene.
Con il re d’Inghilterra ha bonissima intelligenza il gran duca e cercherà sempre di mantenere l’amicitia sua per cagione del traffico il quale importa grandissima utilità a questo stato.
Con il re di Pollonia e suo cognato si ama et reverisce et con quel di Danimarca si può credere che vi sia buona intelligenza non havendo insieme che dividere et usando generalmente cortesia a’ principi stranieri et honorandoli | alcune volte con doni singulari.
Con i duchi de Loreno sua zii di Baviera e di Cleves come parenti insieme si amano et honorano.
Con la signoria di Venetia buona amicitia et pare che questi dui principi habbiano un medesimo fine cioè del conservare la libertà d’Italia.
Col duca di Savoia vive una certa emulatione tra di loro per la precedenza et per altri disgusti che nacquero per le cose di Provenza et pare che ci possa essere poca intelligenza.
Il duca di Mantova ha sposato una sorella del granduca et ne’ sua bisogni ricorrere a lui et per contro li manda sua altezza i condennati per servitio delle sue galere.
Con gli svizzeri ha poco che trattare sua altezza per la lontananza non di meno ne’ bisogni potrebbe havere gente havendoci alcuni colonnelli provisionati.
Col sacro concistoro procura il gran duca havere ottima intelligenza e molti cardinali li sono amici et parenti et affetionati suoi.
Il cardinale da Este, Sforza, Montalto, Farnese, Monti con altri che non si conoscano e per che nella creatione di un nuovo pontefice potrà sempre haverne gran parte il gran duca havendovene molti di loro provisionati.

| Delle facoltà de’ forestieri

Elle son diminuite grandemente per diverse ragioni et prima perché eglino non trafficano più in Levante come facevano, né in Spagna come fanno i genovesi che hanno occupato quel negotio in Francia et in Fiandra si fanno manco faccende per cagione della pace che per le guerre se ne fa più, come gli stessi fiamminghi dicono che in tempo di guerra vedevano gran danaro et ora che non v’è, non veggano un soldo”.

d) Tempi di recessione
La ricchezza pubblica
“Le tre arti che sogliono arricchire la città, cioè lana, seta e battiloro guadagnano di presente molto manco per molti rispetti due terzi manco.
Posseggono manco beni stabili che non possedevono al tempo della repubblica perché le chiese e luoghi pii ne occupano gran parte insieme co’ quella che possiede il principe a la Religion di Santo Stefano importano i tre quarti ne rendono più detti beni quello che rendevono per diversi rispetti.
Il danaro è particolarmente mancato per essere quello caduto nelle mani del principe et una gran parte ne sono usciti fuori dallo stato co’ diverse occasioni et non importa meno questa somma che quella che si trova di presente nell’erario di detto principe et appresso di persone che la tengono a sconti, et mentre che più poveri sono spendano più largamente | onde le ricchezze sono come s’è detto riposte in alcuni particulari et non ugualmente divise come furono furono [sic] in tempo dalla repubblica et poi ancora”.

e) Genealogie e matrimoni

La grandezza della casa de’ Medici

Cominciò già sono dugento anni al tempo di Cosimo vecchio nominato padre della patria, il quale come dicono fu ne’ sua tempi non solamente più ricco cittadino di Firenze ma di tutta Europa, dicono che la sua ricchezza fu cagionata dal ricco tesoro che gli lasciò in mano papa Giovanni ventitreesimo che fu deposto del pontificato et morì in Firenze.
Arricchì parimente per le molte mercantie che gli rimasero nelle mani nella presa di Costantinopoli appartenente a diversi mercanti della Grecia et altri luoghi che morirno in quel conflitto et da poi la casa de’ Medici è stata sempre principale in Firenze.

Gli huomini e le donne illustrissime della casa de’ Medici

Tre pontefici.
Papa Leone decimo figliuolo del magnifico Lorenzo de’ Medici.
Papa Clemente figliolo del magnifico Giuliano de’ Medici.
Papa Leone undicesimo figliuolo d’Ottaviano de’ Medici.
Quattro cardinali.
| Hipolito figliuolo di Giuliano duca di Nemors.
Giovanni et Ferdinando figliuoli di Cosimo I gran duca di Toscana e di Heleonora di Toledo.
Carlo figliolo di Ferdinando gran duca 3° di Toscana e di Cristena di Loreno.
Due regine di Francia.
Caterina figliuola di Lorenzo duca d’Urbino e di madama Contessa di Bologna maritata ad Arrigo secondo re di Francia.
Maria figliuola del gran duca Francesco 2° gran duca di Toscana e di Giovanna d’Austria maritata ad Arrigo quarto re di Francia et di Navarra.
Quattro gran duchi.
Cosimo primo gran duca di Toscana che sposò madama Leonora di Toledo et nel secondo luogo Cammilla Martelli.
Francesco che sposò Giovanna d’Austria figliuola di Ferdinando imperatore et regina nata di Boemia et nel secondo luogo Bianca Cappello figliuola di San Marco.
Ferdinando che sposò Cristena figliuola del duca Carlo di Loreno et nipote di Arrigo 3° re di Francia et di Pollonia.
Cosimo 4° gran duca che sposò Maria Madalena figliuola dell’arciduca Carlo d’Austria | et sorella di Ferdinando imperatore.
Tre duchi.
Alessandro figliuolo del duca Lorenzo d’Urbino primo duca di Firenze che sposò madama Margherita figliuola di Carlo quinto imperatore.
Giuliano figliuolo del magnifico Lorenzo de’ Medici et fratello di papa Leone duca di Nemur et gonfaloniere di Santa Chiesa il quale sposò madama Filiberta di Savoia.
Lorenzo duca d’Urbino e figliuolo di Piero de’ Medici fratello di papa Leone decimo che sposò madama Contessa di Bologna.
Don Pietro Medici figliuolo del gran duca Cosimo primo et di madama Eleonora da Toledo (che sposò madama Eleonora figliuola di don Gratia di Toledo), marchese di Castiglione, signore dell’isola del Giglio, generale della fanteria italiana del re cattolico et cavaliere del Tosone, et nel secondo luogo la figliuola del marchese di Vera [=Vila Real] che è discesa dalla casa reale di Portogallo.
Sei duchesse di casa Medici.
Donna Lucretia maritata ad Alfonso secondo duca di Ferrara.
Donna Isabella maritata a Paulo Giordano Orsino duca di Bracciano.
Queste due furono figliuole del gran duca | Cosimo primo et di madama Eleonora figliuola di don Pietro di Toledo vice re di Napoli.
Donna Virginia figliuola del granduca Cosimo primo et di quella Martelli maritata a don Cesare da Este duca di Modana et di Reggio.
Eleonora figliola del gran duca Francesco secondo gran duca di Toscana et di Giovanna d’Austria maritata a don Vincenzo Gonzaga duca di Mantova.
Donna Caterina figliuola del gran duca Ferdinando 3° gran duca di Toscana et di Cristena di Loreno maritata a don Ferdinando Gonzaga duca di Mantova.
Donna Claudia figliuola del gran duca Ferdinando et di Cristena di Loreno maritata a don Guidobaldo della Rovere principe d’Urbino per essere ancor egli duca”.

f) Un granduca ricchissimo e poco fortunato
Cosimo II: aspetto e carattere
“Il gran duca, che vive, ha cinque figliuoli maschi: il primo che è il principe ha nome don Ferdinando.
Ha tre femmine.
Ha il granduca circa a trent’anni, malissimo disposto e di poca sanità e principe di buona mente et religioso amatore della Giustitia, continente da’ vitii et desideroso della pace.
| Quanto alli sudditi si dolgano della sua parsimonia recordevoli della liberalità delli gran duchi passati.
Et di più si lamentano che sia scarso di dare audienza et che nel deliberare rimetta ogni cosa a’ suoi consiglieri et segretarii perché possono sperare manco gratie di quello che farebbe egli et massime dalla consulta che se potessero parlare a sua altezza serenissima.
Si compiace nelle fabbriche, statue e pitture et se ne diletta grandemente et di ornare l’altre città e particularmente Firenze et di regolare tutte le cose sue sebene è impedito dalla poca sanità.
È stimato principe ricchissimo tra gl’altri principi per li danari, gioie et mobili, che Iddio lo feliciti et li dia sanità et così a tutta la sua prole e faccia fortunato”.

Paola Ircani Menichini, 10 gennaio 2025. Tutti i diritti riservati.




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